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Storia del Milan

La nascita ed i primi scudetti
Il 16 dicembre 1899 viene fondato il Milan Cricket and Football Club. Inizia l'attività agonistica l'anno successivo quando però non supera le eliminatorie del campionato federale. Il 1901 porta però il primo scudetto in casa rossonera: il Milan vince infatti il campionato, al quale avevano preso parte cinque squadre, battendo nella finale del 5 maggio a Genova il Genoa per 3-0. L'anno successivo il Genoa si prende però la rivincita vincendo la finale sempre contro i rossoneri: 2-0 nella gara giocata a Genova il 13 aprile. Nel 1906, dopo un anno dal cambio di denominazione sociale in Milan F.C., arriva il secondo scudetto nella finale contro la Juventus per rinuncia della squadra bianconera nella gara di ripetizione dopo che il primo incontro si era concluso con il risultato di 0-0 dopo i tempi supplementari. Il successo del 1906 viene bissato l'anno successivo quando il Milan vinse il girone finale con il Torino e l'Andrea Doria, e battendo in finale il Genoa per 2-0.
Due giocatori del Milan, Aldo Cevenini I e Pietro Lana sono chiamati il 15 maggio 1910 a disputare la prima gara della storia della nazionale azzurra: Italia-Francia 6-2 proprio a Milano. Negli anni seguenti il Milan ottiene altri successi nei tornei regionali e nel 1916 vince la Coppa Federale. I tre campionati nazionali prima della istituzione del girone unico vedono il Milan classificarsi due volte al sesto posto (1926/27 e 1927/28) e una volta al secondo del proprio girone eliminatorio (1928/29).

L'istituzione del girone unico ed il periodo fino alla guerra
Con l'istituzione del campionato a girone unico il Milan non ottiene grandi risultati. Partecipa sempre alla serie A ma non si avvicina mai alla conquista del titolo. Il miglior risultato lo ottiene nel 1937/38 quando chiude il campionato al terzo posto dietro Inter e Juventus. L'anno successivo il Milan cambia denominazione e si trasforma in Associazione Calcio Milano. Il nuovo nome sembra portare fortuna alla squadra rossonera che nel 1940/41 ottiene un altro terzo posto. Ma è un fuoco di paglia. Gli anni immediatamente prima della guerra vedono il Milan ottenere in campionato altri due risultati modesti, un nono e un sesto posto. Nel 1941/42 perde dalla Juventus la finale di Coppa Italia.

Gli anni cinquanta nel segno di sei titoli
Gli anni subito dopo la guerra iniziano nel migliore dei modi. Artefice del periodo è lo svedese Gunnar Nordahl, che in rossonero dal 1949/50 al 1955/56 segna la bellezza di 210 reti in campionato in 257 partite resistendo ancor oggi come cannoniere principe nella storia del club. Si susseguono un quarto, un secondo, un terzo e un altro secondo posto prima della vittoria del quarto scudetto avvenuta nel 1950/51. È un torneo dominato da Milan e Inter con la squadra rossonera che si aggiudica il torneo con una giornata di anticipo. Il Milan batte una serie di record: 10 vittorie consecutive, 18 rigori a favore, 24 gare utili di fila, 6 vittorie iniziali di fila, una sola sconfitta esterna. Ma i successi non finiscono qui. Sempre nello stesso anno il Milan vince infatti la Coppa Latina battendo nella finale 5-0 il Lilla. Si apre un ciclo che vedrà dominare la formazione rossonera per tutto il decennio.
Al termine della stagione 1954/55 è ancora scudetto vinto con sette punti di vantaggio sulla Roma seconda classificata (in realtà il secondo posto fu conquistato dall'Udinese che però fu retrocessa insieme al Catania in serie B per delibera della Lega Nazionale). L'anno successivo il Milan deve accontentarsi del secondo posto in un campionato dominato dalla Fiorentina, ma si consola vincendo la sua seconda Coppa Latina superando 3-1 l' Atletico Bilbao. Un altra Coppa Latina era stata persa nel 1953 dal Reims.
Lo scudetto ritorna in casa rossonera dodici mesi più tardi, al termine della stagione 1956/57 rifacendosi proprio sulla Fiorentina arrivata seconda. Nel 1957/58 il Milan perde la prima finale di Coppa Campioni dal Real Madrid: 3-2. L'ultimo titolo di campione d'Italia del decennio arriva nel 1958/59 con 52 punti conquistati e un incredibile cammino nelle partite in casa nelle quali ottiene 13 vittorie, 4 pareggi e nessuna sconfitta.

1962/63: il Milan è il primo club italiano a vincere la Coppa Campioni
Il nuovo decennio sembra iniziare come il periodo precedente e nel 1961/62 il Milan è nuovamente campione d'Ita
lia. L'anno successivo può arrivare così un titolo storico. Nel 1962/63 il Milan è infatti la prima squadra italiana a vincere la Coppa Campioni: nella finale di Londra del 22 maggio 1963 i rossoneri battono il Benfica 2-1 con una doppietta di Altafini che aveva rimontato il gol del vantaggio portoghese segnato da Eusebio. Nel corso del torneo i rossoneri avevano eliminato nell' ordine l' Union Lussemburgo (8-0 all' andata e 6-0 al ritorno), Ipswich Town (3-0 a Milano, 1-2 in Inghilterra), Galatasaray (3-1 fuori casa, 5-0 in casa), Dundee (5-1 in casa, 0-1 in Scozia). Nel 1963 il Milan perde la Coppa Intercontinentale dal Santos: 1-0 nella gara di spareggio. Negli anni successivi il Milan ottiene risultati buoni in campionato senza però riuscire a conquistare lo scudetto.

I grandi successi degli anni sessanta
Ma presto tornano i grandi successi. Nel 1966/67 arriva la prima vittoria in Coppa Italia battendo in finale il Padova 1-0. Il 1967/68 è di nuovo un anno storico. Il Milan vince infatti lo scudetto dominando il campionato e chiudendo con nove punti di vantaggio sul Napoli secondo in classifica (distacco-record nei tornei a 16 squadre). Ma non finisce qui: sempre nello stesso anno arriva infatti anche la prima vittoria in Coppa delle Coppe nella finale di Rotterdam del 23 maggio 1968 ottenuta battendo l'Amburgo 2-0 con doppietta di Hamrin. Il 1968/69 è ancora più glorioso: nonostante il secondo posto in campionato (due soli gol subiti nelle gare interne, record storico della serie A), arrivano però i successi in Coppa Intercontinentale contro l'Estudiantes (andata 3-0 a Milano, ritorno 2-1 per i sudamericani) e in Coppa Campioni contro l'Ajax di Cruyff: nella finale del 28 maggio 1969 a Madrid i rossoneri guidati da Gianni Rivera si impongono 4-1 con reti di Prati, tripletta, Sormani e Wasovic.

Anni settanta: ancora un ciclo vincente
Il nuovo decennio non è glorioso come il precedente, ma porta comunque successi importanti in casa rossonera. Il Milan sfiora per tre anni consecutivi, dal 1970 al 1973, lo scudetto arrivando sempre al secondo posto. Nella stagione 1971/72 però vince la Coppa Italia battendo in finale il Napoli, dopo che l' anno prima aveva perso l' epilogo col Torino. Tale successo viene bissato l'anno successivo con la vittoria sulla Juventus per 4-1 dopo i calci di rigore: 1-1 dopo regolamentari e supplementari. Arriva, sempre nel 1972/73, anche il trionfo in Coppa delle Coppe battendo in finale a Salonicco il 16 maggio il Leeds United 1-0 con rete di Chiarugi. Quella stagione passerà alla storia anche come quella della "fatal Verona": il 20 maggio 1973, ultima giornata di campionato, il Milan capolista viene battuto 5-3 dal Verona e deve cedere lo scudetto alla Juventus che vince in casa della Roma a tre minuti dalla fine. Sempre quell'anno il Milan viene sconfitto dall' Ajax nella Supercoppa Eropea. Seguono anni di risultati discreti ma senza l'acuto della vittoria: nel 1973/74 perde la finale di Coppa Coppe dal Magdeburgo, 2-0, l' anno dopo la Coppa Italia dalla Fiorentina. L'unico trofeo di questo periodo è la Coppa Italia del 1976/77 vinta 2-0 nel derby contro l'Inter. Ma lo scudetto si avvicina e arriva al termine del campionato 1978/79 quando i rossoneri precedono il Perugia, nonostante che gli umbri chiudano il loro campionato addirittura imbattuti. Pochi mesi prima (23 aprile 1978) in Verona-Milan 1-2 aveva debuttato Franco Baresi, che con 531 presenze è il fedelissimo rossonero. Ma il periodo più nero della storia rossonera è alle porte.

Lo scandalo del Totonero ed i due anni di serie B
Il 1979/80 vede il Milan chiudere il campionato al terzo posto, ma lo scandalo del totonero lo travolgerà in modo irreparabile. La Caf sanziona la retrocessione in serie B, il suo presidente Felice Colombo viene inibito definitivamente a ricoprire cariche federali e alcuni suoi giocatori vengono squalificati tra cui Albertosi, Morini e Chiodi. Smette di giocare Gianni Rivera: 501 presenze in A nel Milan. La presidenza viene assunta da Morazzoni e il Milan vince il campionato di serie B (1980/81) tornando così subito nella massima serie. Ma il periodo buio non è finito. Il ritorno in serie A si chiude con un quattordicesimo posto (1981/82) che vale la seconda retrocessione nel torneo cadetto, unica sul campo. Magra consolazione della stagione è la vittoria nella Mitropa cup. Arrivato Farina alla presidenza, il Milan si appresta così a ritornare in serie A e centra subito l'obiettivo vincendo nuovamente il campionato di serie B (1982/83). Il ritorno in serie A per il Milan significa un ottavo (1983/84) e un quinto posto (1984/85) prima che Farina abbandoni la presidenza in seguito a turbolente vicende finanziarie.
Nel frattempo (1984/85) il Milan perde la Coppa Italia dalla Sampdoria.

1986: Silvio Berlusconi nuovo presidente
Quasi al termine della stagione 1985/86 cambia la presidenza al Milan: il 24 mar
zo 1986 il pacchetto azionario di maggioranza passa nelle mani di Silvio Berlusconi. E' il preludio a un altro periodo pieno di successi, forse il più glorioso negli oltre cento anni di storia rossonera. Un anno e mezzo di assestamento (con la vittoria nel 1986/87 nel Mundialito clubs) e il Milan al termine della stagione 1987/88 torna a vincere lo scudetto.

Il Milan di Sacchi
Nella stagione 1987/88 Berlusconi decide di puntare tutto su un allenatore che a Parma aveva fatto vedere un gran calcio. Si tratta di Arrigo Sacchi, che viene così chiamato a guidare il Milan. La scommessa di Berlusconi si rivela subito vincente e il tecnico romagnolo lo ripaga immediatamente con lo scudetto, seppure la stagione non fosse iniziata nel migliore dei modi: il Milan perde la prima gara interna dalla Fiorentina e viene subito eliminato dalla Coppa Uefa. In campionato domina il Napoli, ma una clamorosa rimonta finale fa vincere il Milan: la partita chiave è quella del 1° maggio 1988, terzultima di ritorno, quando i rossoneri vincono 3-2 a Napoli e scavalcano i campani. E' l'inizio di un nuovo ciclo. L'anno dopo il Milan si classifica terzo in campionato, ma torna a vincere la Coppa Campioni battendo in finale la Steaua Bucarest 4-0 e si aggiudica anche la Supercoppa di lega battendo in finale la Sampdoria 3-1. Nel 1989/90 il Milan sfiora il grande slam vincendo la Coppa dei Campioni (1-0 a Vienna contro il Benfica), la Supercoppa Europea (battendo il Barcellona a S.Siro 1-0 e pareggiando 1-1 in trasferta), la Coppa Intercontinentale (1-0 a Tokyo battendo il Nacional Medellin al termine dei tempi supplementari), ma arrivando secondo in Coppa Italia (perde la finale dalla Juventus) ed in campionato dietro al Napoli, perdendo la testa nella gara decisiva di Verona, al penultimo turno: i rossoneri cadono al "Bentegodi" 2-1 e concludono la partita in otto. E' uno scudetto al "veleno", condizionato anche dalla monetina che colpì alla testa il brasiliano del Napoli, Alemao: Atalanta-Napoli da 0-0 diventò 0-2 a tavolino.
Nel 1990/91 Sacchi chiude il suo primo ciclo a Milano e conclude la stagione con il secondo posto in campionato e con le vittorie in Coppa Intercontinentale (3-0 all'Olimpia Asuncion) e nella Supercoppa Europea (pareggiando 1-1 a Genova contro la Sampdoria e vincendo poi il ritorno 2-0 sul neutro di Bologna).

Il Milan di Capello
Il Presidente Berlusconi, dopo la scommessa Sacchi, ne tenta un'altra: chiama sulla panchina rossonera Fabio Capello e i risultati gli danno nuovamente ragione. Capello, come il suo predecessore, vince lo scudetto subito al primo anno e in più si ripete anche per le due stagioni successive. Il Milan non perde una gara esterna di campionato per due stagioni di fila; nel 1991/92 chiude il campionato intero senza sconfitte. La striscia arriverà a 58 gare di imbattibilità con 39 vittorie e 19 pareggi, record in serie A. Oltre ai tre scudetti consecutivi, il Milan vince due Supercoppe di lega nel 1992/93 contro il Parma (2-1) e nel 1993/94 contro il Torino (1-0). Nella stagione 1993/94 il Milan torna a vincere tra l'altro anche la Coppa Campioni, battendo in finale il Barcellona 4-0 ad Atene il 18 maggio 1994. Ci sono anche alcune pesanti sconfitte: nel 1991/92 perde la finale di Coppa Campioni dall'Olympique Marsiglia per 1-0, nel 1993 l'Intercontinentale dal San Paolo (3-2) ed ancora l'anno dopo dal Velez Sarsfield (2-0) e poi la Supercoppa Europea dal Parma.
Nel 1994/95 Capello fallisce per la prima volta lo scudetto ma si può consolare nuovamente con la Supercoppa Italiana vinta contro la Sampdoria (ai rigori 4-3) e la Supercoppa Europea battendo l'Arsenal (0-0 a Londra, 2-0 a Milano). Quell'anno il Milan perde nuovamente la finale di Coppa Campioni contro l'Ajax. Questo campionato è tuttavia accompagnato da una pagina nera nella storia del club: il 29 gennaio 1995 prima di Genoa-Milan viene assassinato un tifoso genoano, Vincenzo Spagnolo, da frange estreme della tifoseria rossonera. La gara di Marassi viene sospesa per ordine pubblico e recuperata il 15 febbraio. Il campionato viene interrotto per una settimana. Il 1995/96 è l'ultimo anno di Capello sulla panchina del Milan e la lascia con il quarto scudetto in cinque anni.

Due anni di crisi ed è di nuovo scudetto
Dopo l'addio di Capello inizia un periodo di crisi che porta in casa rossonera soltanto un undicesimo e un decimo posto rispettivamente nel 1996/97 e 1997/98. In questi anni a nulla è servito il ritorno di Sacchi (che sostituisce Tabarez nel dicembre 1996, che aveva perso anche la Supercoppa di lega dalla Fiorentina) e Capello sulla panchina del Milan. Addirittura nel 1997/98 i rossoneri non ottengono neppure un piazzamento sufficiente a partecipare ad una qualche coppa europea, perdendo anche la finale di Coppa Italia dalla Lazio. Ma Berlusconi ha pronta un'altra scommessa.
Per la stagione 1998/99 chiama a guidare la propria squadra Alberto Zaccheroni che, come i suoi due predecessori illustri vince il campionato al primo tentativo sorpassando la Lazio capolista alla penultima giornata. Zaccheroni però aveva già esperienza di serie A avendo portato l' Udinese alla Coppa Uefa per due stagioni di fila, cosa mai accaduta nella storia del club friulano. Il Milan è artefice, come 11 anni prima, di una rimonta finale incredibile: i rossoneri pareggiano in casa della capolista Lazio (0-0) alla decima di ritorno e restano a -7 dai romani. Da allora il Milan inanella una serie di 7 vittorie consecutive che permettono il sorpasso al penultimo turno: i rossoneri battono 4-0 l' Empoli già retrocesso, la Lazio si blocca 1-1 a Firenze. All'ultima giornata la vittoria del trionfo, 2-1 a Perugia.
La stagione 1999/2000 è stata quella del centenario: il Milan è tornato in Champions League da dove però ne è uscito ben presto. In campionato il terzo posto finale ha consentito di nuovo ai rossoneri di partecipare al torneo continentale più prestigioso, seppur partendo dai preliminari; tuttavia il Milan è uscito un po' troppo presto dalla lotta per lo scudetto.

L'inizio del nuovo millennio
La stagione 2000/2001 vede un Milan discontinuo, che alterna buone partite ad altre deludenti; il cammino in Champions League si ferma alla seconda fase a gironi, ed è proprio la partita in casa a marzo 2001 contro il Deportivo La Coruna (1-1) che sancisce l'uscita di scena dalla coppa e il cambio in corsa di Mister Zaccheroni. Gli succede il duo Cesare Maldini - Mauro Tassotti, incaricato di portare il Milan fino a fine stagione: una serie di risultati positivi e di partite convincenti permette al Milan di chiudere al sesto posto; memorabile il derby dell'11 maggio, che vede i rossoneri sconfiggere i cugini con un sonante 6-0.
La stagione successiva è quella di Terim, nuova guida in panchina proveniente dal Galatasaray. La partenza è confortante, ma una flessione in corsa pone le basi per l'arrivo di un nuovo Mister ai primi di novembre: Carlo Ancelotti. Il Milan riesce a rimanere agganciato alla vetta della classifica più o meno per tutto il girone d'andata, ma dopo il giro di boa perde terreno ed esce dalla lotta per lo scudetto, rischiando addirittura di non piazzarsi nei primi quattro posti per la Champions League. Intanto in Europa (Coppa Uefa) i rossoneri devono arrendersi in semifinale al Borussia Dortmund, che vince nettamente la gara d'andata ipotecando la finale. Tuttavia il campionato si conclude meglio, con la rimonta nel finale che permette di raggiungere la quarta posizione e di partecipare così l'anno successivo alla Coppa più importante.

Il nuovo ciclo dell'era Ancelotti
Il 2002/2003 si apre con una serie incredibile di vittorie, sia in campionato che in Europa; il Milan sembra inarrestabile e alcuni risultati sono delle vere e proprie imprese: basti ricordare le quattro vittorie consecutive nella prima fase a gironi in Champions League, in special modo il 2-1 all'Olimpiastadion di Monaco e soprattutto il 4-0 sul campo del Deportivo La Coruna, oltre alla prestigiosa vittoria a S. Siro contro il Real Madrid (1-0).
Il cammino prosegue ad alti livelli anche in campionato (il Milan è Campione d'inverno al termine dell'andata) e in Coppa Italia. Il girone di ritorno non è però dei migliori, e a marzo i rossoneri abbandonano virtualmente l'obiettivo scudetto. I quarti di Coppa Campioni mettono di fronte al Milan l'Ajax, e la qualificazione sofferta e meritata arriva all'ultimo minuto della gara di ritorno a S.Siro (3-2); storico il derby di semifinale tra Milan e Inter (doppio pareggio 0-0 e 1-1, che vede i rossoneri passare grazie ai gol realizzati in "trasferta") e memorabile la finalissima di Manchester contro la Juventus, conquistata ai calci di rigore dopo una partita molto sofferta (0-0 dopo i tempi supplementari, poi 3-2 con rigore decisivo di Andriy Shevchenko). Al trofeo più prestigioso, la sesta Coppa dei Campioni della storia rossonera, si aggiunge la Coppa Italia, ottenuta battendo la finalista Roma all'Olimpico (4-1) e pareggiando in casa 2-2 nel match di ritorno.
Il Milan 2003/2004 esordisce a fine agosto con la vittoria della Supercoppa Europea contro il Porto (1-0). La nuova stagione, sull'impronta dell'annata precedente, prende il via con un Milan molto brillante, che riesce a vincere e convincere sia in campionato che in Champions League. A dicembre, tuttavia, si fa sfuggire ai calci di rigore la Coppa Intercontinentale a Yokohama contro il Boca Juniors, incappando in una prestazione poco brillante. Ma l'anno nuovo inizia con la vittoria sul campo della Roma capolista (1-2) e a fine gennaio si concretizza il sorpasso; la continuità dei risultati positivi e il bel gioco espresso trovano ostacolo solo in Coppa Italia, dove la Lazio elimina i rossoneri grazie ad una doppia vittoria. Ma il cammino in campionato prosegue inarrestabile, e il Milan coglie successi particolarmente pesanti come la vittoria nel derby di ritorno in rimonta (3-2 dopo essere stato in svantaggio 0-2), l'1-0 all'Olimpico contro la Lazio, il 3-1 a Torino contro la Juve. In Champions League i rossoneri incontrano ai quarti il Deportivo la Coruna: l'andata a San Siro vede il Milan più bello della stagione, e lo spettacolare 4-1 fa pensare alla semifinale; ma al ritorno succede l'inimmaginabile e gli spagnoli ribaltano il risultato con un 4-0 che significa eliminazione. La marcia trionfale in campionato però continua: lo scudetto è vicino e il successo sulla Roma a S. Siro alla terzultima giornata consegna matematicamente ai rossoneri il 17° titolo tricolore.

 

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