Benessere ... a Torre Guaceto

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Nome comuneLentisco
Nome scientificoPistacia lentiscus
FamigliaAnacardiaceae
ClasseDicotiledoni
OrdineSapindales

LENTISCO

La pianta ha un portamento cespuglioso, in genere fino a 3-4 metri d'altezza, la corteccia è grigio cinerina, il legno di colore roseo.
Il lentisco è una specie dioica, con fiori femminili e fiori maschili separati su piante differenti. In entrambi i sessi i fiori sono piccoli, rossastri, raccolti in infiorescenze a pannocchia di forma cilindrica, portati all'ascella delle foglie dei rametti dell'anno precedente. Il frutto è una piccola drupa sferica o ovoidale, di 4-5 mm di diametro, di colore rosso, tendente al nero nel corso della maturazione.
Olio di lentisco:
In Sardegna l'olio di lentisco (oll'e stincu) è stato fino al XX secolo il grasso alimentare vegetale più consumato dopo l'olio d'oliva e dell'olio di olivastro. Si tratta di un olio con una resa bassa (8-13%), conseguentemente relativamente costoso, con una distribuzione di acidi grassi ( 50-60% acido oleico, 20-30% acido palmitico, 10-25% acido linoleico) molto simile a quella di decine di piante oleaginose con resa molto più alta. In seguito, l'olio di lentisco ha avuto rare utilizzazioni sporadiche come prodotto di nicchia o per scopi folcloristici.
Foglie:
Le foglie venivano usate per la concia delle pelli. Tale uso massiccio attraverso tagli indiscriminati senza alcun controllo da parte degli organi preposti sta causando seri danni ai boschi dell'Albania della Tunisia e del sud Italia. Per ovviare a tale distruzione dell'habitat si è cominciato timidamente a coltivarlo (primi impianti nella zona di Latina). Resina:
La resina del lentisco di colore giallo, veniva usata in passato come chewing gum anche per la sua azione benefica sul cavo orale. È inoltre considerato antidiarroico. Ancora oggi, come per il passato con la resina, sciolta nella trementina purissima, si prepara una vernice per impieghi artistici (pittura a olio e/o a tempera) sia per "mesticare" colori sia per restauri neutri su dipinti antichi. Le sue caratteristiche ne consentono infatti l'asportazione senza danno alcuno. Frutti:
In passato i frutti venivano sottoposti a bollitura e a spremitura per estrarre un olio impiegato come combustibile per l'illuminazione e come succedaneo dell'olio d'oliva per l'alimentazione. Tuttora in Sardegna è; utilizzato, anche se raramente, popolarmente e nella ristorazione.


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